RIFLESSIONE SUL VANGELO DELLA DOMENICA – SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO, SOLENNITÀ – ANNO A
di Filippa e Gino Passarello
“Resterò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”: è la promessa di Gesù agli apostoli dopo la sua resurrezione, perché Lui, lo Sposo, arde d’amore per la sua Sposa e brama farsi uno con Lei, nel dono del suo Corpo, per accompagnarla nel cammino verso la comunione piena con il Padre.
Quella del corpo del Signore è anche celebrazione del sacramento delle nozze che, del mistero della Pasqua, è segno visibile e attualizzazione. Quale dono è per noi fare memoria e rendere presente, come sposi, nei gesti quotidiani e ordinari, l’amore smisurato di Gesù! Anche noi, in Lui, per il sacramento, diventiamo “corpo dato”, e “sangue versato”, luogo dell’incontro e dell’intimità dello Sposo con la sua Sposa. Non importa quanto povera sia la nostra vita, né da quanti limiti e sofferenze sia segnata, ogni gesto che si pone in famiglia acquista il valore di segno eucaristico perché abitato dall’amore di Gesù per la Chiesa. La nostra intimità, il lavoro, il cibo che mettiamo sulla tavola, la fatica nella cura dei figli, tutto porta il segno del dono, del “corpo dato” per amore. La Parola di oggi ci interpella, ci provoca a diventare, ogni giorno, pane spezzato l’uno per l’altro, per i figli, per tutti gli uomini, per quelli che, forse, mai si sono accostati ad un tabernacolo e ai quali l’amore di Dio vuole mostrare il suo volto, portare il suo abbraccio, la sua tenerezza, il suo desiderio. Lo Sposo che per noi si è fatto cibo, ci insegna che l’amore si nutre di gesti concreti e quotidiani, che si abbassa, si consegna liberamente e non cerca il proprio interesse ma ha a cuore il bene dell’altro, la sua felicità, la sua salvezza. Solo se stiamo in intimità con lo Sposo possiamo imparare l’amore, è Lui la radice della nostra comunione, il nutrimento per il cammino, la strada verso l’eternità.
Vangelo
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,51-58
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Parola del Signore.