RIFLESSIONE SUL VANGELO DELLA II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA – ANNO A
di Filippa e Gino Passarello
È il mattino di Pasqua, i discepoli se ne stanno in un luogo chiuso, spaventati e delusi, quando Gesù appare loro e mostra le mani e il costato, segno tangibile non di sconfitta e morte ma della sua passione per gli uomini e della misericordia del Padre. Quella di oggi, infatti, è la domenica dedicata alla Divina Misericordia. Il Risorto porta ai suoi l’annuncio della pace, li libera dalla paura che li costringe a nascondersi e soffia su di loro lo Spirito che li rigenera a vita nuova e dona l’audacia e la gioia dell’annuncio. Anche le nostre famiglie hanno bisogno di fare esperienza dell’incontro con il Risorto per lasciarsi raggiungere dalla sua luce, guarire dalle tante paure e accogliere la novità dello Spirito che dona il cuore nuovo e rende capaci di amarsi come Gesù ha amato la sua Sposa. Entrare nella vita nuova per noi sposi significa aprirsi alla logica di Dio che sovverte quella degli uomini: l’amore è dono di sé, si nasce alla vita morendo a se stessi, il più grande fra gli uomini è chi si fa piccolo e servo di tutti, la pace e la gioia sono il frutto del perdono. Facciamo esperienza di resurrezione quando, come Lui, amiamo per primi e senza condizioni, quando impariamo a prendere su di noi il limite e il peccato dell’altro, quando siamo capaci di vedere nelle ferite della vita l’occasione per riconoscere ciò che davvero conta per il nostro cammino. Quante volte, come Tommaso, soprattutto se segnati da vicende dolorose, facciamo fatica a credere e, smarriti e schiacciati dal peso di eventi che non comprendiamo, chiediamo dei segni, vogliamo toccare con mano. Gesù, come fece con Tommaso, non aspetta che siamo noi a cercarlo e non si scandalizza della nostra difficoltà ma ci viene incontro, ci cerca, si mostra a noi per rinnovare la nostra fede e riaccendere la speranza. Quell’incontro fece pronunciare a Tommaso una delle espressioni di fede più alte e più belle: «Mio Signore e mio Dio». Oggi Gesù viene a cercare le nostre famiglie, viene a cercare te, sposo/sposa che sei chiuso nella tua paura, deluso e sconfitto dalla vita, stanco di lottare, Egli entra, ti mostra i segni del suo amore, ti fa dono della sua capacità di amare nel suo Spirito e ti esorta ad uscire, a credere, a fidarti di Lui. Egli è il Vivente, ha vinto la morte e non c’è dolore né delusione né tempesta che non possa sconfiggere per donare alle nostre famiglie la sua pace insieme alla certezza che sarà sempre con noi. Che, ogni giorno, possiamo insieme pronunciare il nostro atto di fede: “Signore nostro e Dio nostro”.
Vangelo
Otto giorni dopo venne Gesù.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,19-31
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore.