Riflessione sul Vangelo della domenica
di Ermelinda e Franco Cidonelli
Con il Vangelo di questa domenica continua il Signore a scuotere le nostre vite per portarci sulla via della vera gioia, della santità. “Dov’è il tuo tesoro sarà il tuo cuore” quasi a dirci: «Attenti a ciò che state considerando tesoro (i beni, il lavoro, i divertimenti, gli stessi affetti)». Considerate, come direbbe San Giovanni Maria Vianney, che “il vero tesoro del cristiano non è sulla terra ma in cielo ed il nostro cuore deve volgersi al cielo dove è il vero tesoro”.
Cosa vuol dire volgersi al cielo se non avere lo sguardo fisso sulla nostra meta? Non per vivere distaccati dalla terra ma, immersi pienamente nel nostro quotidiano, dare attenzione ed importanza ad ogni gesto, ogni pensiero, perché rivolto ad accumulare “il tesoro nel cielo, dove ladro non arriva e …”.
E mentre il mondo cerca di distrarci dal cielo con i suoi falsi tesori, il Padre ci invita alla perseveranza ed alla vigilanza, perché il Figlio dell’uomo verrà quanto meno ce lo aspettiamo a chiedere conto dei beni a noi affidati. E questo non per farci paura, anzi, risuoni nei nostri cuori “NON TEMERE AL PADRE È PIACIUTO DARE A VOI IL REGNO”.
Dio si fida di noi, e a noi (come all’amministratore fedele) affida il suo Regno, cioè la sua presenza, il suo Amore da diffondere e portare a tutti, vivendo ogni giorno, in famiglia e fuori, con amore e per amore.
Beate noi famiglie, se il Signore ci troverà nell’adempiere gioiosamente (non per paura), il compito a noi affidato: Amarci ed amare del suo Amore.
Buone vacanze nella vigilanza e nell’Amore.
Vangelo
Anche voi tenetevi pronti.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,32-48
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.
Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!
Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Parola del Signore.