Il Vangelo nella famiglia – 19 dicembre 2021


Riflessione sul Vangelo della IV domenica di Avvento

di Ivana e Giovanni Granatelli

Carissimi fratelli, carissime sorelle, cari sposi e care famiglie, amate dal Signore, oggi, celebriamo la IV domenica di Avvento e siamo ormai prossimi al Natale di Gesù. La pagina di Vangelo che la Chiesa ci consegna trabocca di gioia, di stupore, di amore, di fede e di speranza ed è una luce per la nostra vita. Il brano narra con semplicità l’incontro tra Maria ed Elisabetta, due donne virtuose, docili e coraggiose, che hanno saputo ascoltare e credere nella Parola di Dio, entrambe ripiene di Spirito Santo e dunque esultanti di gioia nel Signore.
Due sono le dimensioni che ci vengono suggerite e dentro le quali dobbiamo imparare a muoverci bene, personalmente ma soprattutto come sposi e come famiglie: la missionarietà e la fede. Partiamo dal primo punto: la missione. Maria, dopo l’annunzio dell’Angelo, mossa dal fuoco dello Spirito Santo, si alza e in fretta va dalla cugina incinta e in età avanzata. Maria non pensa a se stessa né al lungo e faticoso viaggio che l’aspetta, non è concentrata su se stessa ma è tutta proiettata verso gli altri, vuole prendersi cura della cugina e del bambino che porta nel grembo. Non vuole lasciarla sola. I suoi pensieri e il suo cuore sono rivolti al bisogno e alla fragilità di Elisabetta. Anche noi dunque dobbiamo sentire forte questa dimensione missionaria delle nostre famiglie. Non dobbiamo cadere nell’errore di chiuderci, di rintanarci all’interno delle mura domestiche, lasciando fuori gli altri. Non pensiamo solo a noi stessi, ai bisogni, ai progetti e ai desideri della nostra famiglia, seppur legittimi, ma guardiamoci attorno a 360 gradi senza trascurare nessuno. Non viviamo come se fossimo delle isole. Prendiamoci cura delle nostre relazioni sia ad intra che ad extra. Cerchiamo di vedere un po’ più in là del nostro naso, di non essere superficiali ma attenti. Come Maria che è entrata nella casa di Elisabetta e Zaccaria anche noi vogliamo entrare in punta di piedi nella vita delle altre famiglie e annunciare il meraviglioso vangelo d’amore scritto nella famiglia. C’è una forte, buona e grande notizia e cioè che Dio ama la famiglia e che la famiglia è viva. Questa è la nostra missione: essere piccole chiese domestiche in uscita. 

E adesso passiamo al secondo punto: la fede. Elisabetta ode la voce di Maria e subito Giovanni che è nel suo grembo esulta di gioia. Elisabetta ricolmata di Spirito Santo, riconosce in Maria la presenza del Dio vivente ed esclama a gran voce che Maria è Beata e Benedetta perché ha saputo ascoltare, obbedire e credere nella Parola di Dio. 

Come Elisabetta, anche noi riconosciamo, attraverso gli occhi della fede che nell’altro, nel mio sposo, nella mia sposa, nei miei figli e nelle famiglie che Dio mi mette accanto è presente il Signore.
Ogni famiglia è grembo, dimora, tempio della presenza di Dio. Ogni famiglia è luogo privilegiato della presenza di Dio in cui possiamo sperimentare l’amore, la misericordia e la fiducia. 
Quanto è importante la fiducia! È un dono grande. Alla base di ogni rapporto c’è la fiducia che va costantemente custodita, rispettata e alimentata. Abbiamo dunque fiducia l’uno nell’altro e abbiamo fiducia e fede in Dio. E se la fede nasce dall’ascolto, allora, cari sposi e care famiglie, facciamoci buoni ascoltatori non di quelli distratti ma di quelli attenti, che mettono in pratica. La nostra famiglia si faccia tutta orecchio, tutta ascolto. Educhiamoci all’ascolto, alleniamoci in quest’arte difficile ma indispensabile. E la famiglia è un’ottima palestra dove fortificarsi nell’ascolto proficuo ed efficace. Lo facciano gli sposi tra di loro, lo facciano genitori e figli, lo facciano le famiglie. Questo sarà un balsamo per le nostre relazioni e così cresceremo nell’amore vero. Ogni giorno Dio, come un Padre Buono, ci parla, ascoltiamo dunque la Sua voce e mettiamo in pratica la Sua Parola affinché avvenga nella nostra casa secondo il cuore di Dio e come Maria possiamo essere sposi e famiglie Beati e Benedetti. 

Amen Alleluia   


VANGELO
Lc 1,39-45

A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?

✠ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Parola del Signore