Il Vangelo nella famiglia 13 settembre 2020


Riflessione sul Vangelo della Domenica

di Alessandra e Luca Monsecato 

Il Vangelo di questa domenica è un invito a incarnare nella nostra vita familiare il perdono come atto d’amore gratuito. Il perdono di Dio verso di noi è un dono immenso che dobbiamo semplicemente accogliere e che siamo chiamati a donare agli altri. “Siate misericordiosi come misericordioso è il Padre vostro” (Lc 6, 36). Nella logica d’amore di Dio, il cristiano perdona un numero infinito di volte, senza calcoli o tornaconti proprio perché infinita è la grazia di Dio verso di lui.

Nella logica umana tutto ciò spesso è incomprensibile e, a volte, impossibile da attuare. Quando ci sentiamo feriti, il dolore, la delusione e la rabbia sono talmente dominanti che guardare l’altro con sentimenti di perdono sembra essere un’utopia. E se perdonare i nemici non è semplice, in famiglia esercitare la misericordia non è poi così scontato. Quante volte coppie, figli, genitori,  fratelli si trovano di fronte a situazioni dolorose! Tradimenti, incomprensioni, bugie, questioni di eredità, violenze. Le occasioni di conflitto sono innumerevoli! Il perdono cristiano però, non è “mettere una pietra sopra”, fare finta che non sia successo niente, o dimenticare il torto subito. Perdonare non esclude neanche la giustizia umana e la ricerca della verità, specie nei casi di violenze, truffe e maltrattamenti.

Scrive Don Luigi Maria Epicopo: “Perdonare significa non lasciare decidere la rabbia e la sofferenza al posto nostro. Perdonare è disobbedire al dolore che chiede vendetta. La nostra volontà può decidere cosa fare di ciò che sentiamo!”.

Le nostre famiglie non sono luoghi di perfezione, ma sono luoghi dove si sceglie ogni giorno di  attuare il perdono, attingendo questa forza da Gesù: è Lui il punto di partenza, è Lui che non si è limitato solo a dirci cosa fare, ma lo ha fatto per primo, perdonando chi lo stava inchiodando sulla croce.

“Ogni gesto di perdono ripara la casa dalla crepe e rinsalda le sue mura” dice Papa Francesco. E cosa c’è di più bello di due coniugi che ricostruiscono il loro amore sponsale partendo dal perdono reciproco? Cosa c’è di più tenero di un adolescente che si sente accolto dal padre? Cosa c’è di più commovente di due fratelli che riscoprono la loro unione? Se la coppia si allena nel perdono reciproco, i figli impareranno a perdonare riscoprendo la gioia dello stare insieme. Chiediamo allora allo Spirito Santo di guidare le nostre famiglie sulla via del perdono, di farci gustare la bellezza della misericordia divina che guarisce i cuori e dona la vita.

 

VANGELO
Mt 18,21-35

Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Parola del Signore