Il Vangelo nella famiglia – 27 ottobre 2019


Riflessione sul Vangelo della domenica

 

Di Maria e Sebastiano Fascetta

Ogni amore umano vive di dialogo, ascolto, condivisione, incontro sincero, accoglienza umile delle fragilità reciproche. Questo vale, ancor più, per gli sposi i quali decidono, per amore e nella libertà, di essere e diventare una sola cosa davanti a Dio aprendosi, a loro volta, al dialogo orante con il Signore.

Non c’è esperienza dell’amore di Dio senza un dialogo con Lui, senza preghiera, come ben attesta la liturgia della XXX domenica del T.O.: «La preghiera del povero attraversa le nubi…» (Prima Lettura); «Gridano e il Signore li ascolta» (Salmo responsoriale); Due uomini salirono al tempio a pregare» (Vangelo).

La preghiera scaturisce da un cuore povero; è un grido che oltrepassa le nubi del male, delle preoccupazioni, della disperazione, delle paure. È qualcosa che nasce dal profondo del cuore; è voce dello Spirito che risuona nel profondo del nostro essere e orienta il nostro desiderio verso il cuore di Dio. Pregare non è affatto facile, né tanto meno è un atto spontaneo, naturale. La preghiera implica la volontà di pregare; è sempre una risposta all’amore preveniente di Dio che agisce, sempre e comunque, per la nostra salvezza. Non preghiamo per attirare l’attenzione di Dio, come se Lui si dimenticasse di noi, ma per riconoscere ciò che già Dio compie in noi e per noi, nonostante il nostro peccato. La preghiera è la condizione per rimanere uomini e donne umanamente seri. Non è un rito magico, ma un bisogno dell’anima. Pregare è respirare il respiro di Dio; non è finalizzato all’ottenimento di qualcosa, ma al godimento della presenza di Dio.

Il matrimonio cristiano è asfittico e sterile se non coltiva il dialogo con Cristo Sposo, se marito e moglie, genitori e figli, non si fermano (come il pubblicano) per confessare la misericordia di Dio e sentirsi giustificati, resi giusti per grazia.

«Si possono trovare alcuni minuti ogni giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile, chiedergli aiuto per amare, rendergli grazie per la vita e le cose buone, chiedere alla Vergine di proteggerci con il suo manto di madre. Con parole semplici, questo momento di preghiera può fare tantissimo bene alla famiglia» (Amoris Leatitia n. 318).

Tre sono gli ostacoli da evitare:

1. la presunzione di poter vivere e affrontare le problematiche quotidiane senza Dio;

2. il disprezzo delle cose piccole, semplici, quotidiane che, invece, sono dense di benedizione e consolidano, nella fedeltà coniugale e familiare, l’amore reciproco;

3. ritenere la preghiera come un fatto spirituale che prescinde dalla nostra condizione creaturale, fragile, ordinaria, umana.

La preghiera non si sovrappone alla vita umana, alle problematiche familiari di tutti i giorni, ma nasce all’interno di esse. Proviamo come sposi, come famiglia a deporre davanti a Dio i momenti che stiamo attraversando, le nostre paure e le nostre gioie, i nostri propositi e desideri e attendiamo lo Spirito Santo così da sintonizzare i nostri cuori con il cuore di Dio.

 

Vangelo

Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18,9-14
 
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
 
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
 
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
 
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
 
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore