Riflessione sul Vangelo della V Domenica di Quaresima
di Soraya e Michele Solaro
L’episodio descritto in questa pagina del Vangelo di Giovanni, nel vivo del tempo quaresimale, ci offre la possibilità di osservare da vicino la misericordia di Dio e a fare memoria delle volte che essa ha operato nella nostra vita. Certamente, l’ambiente familiare è il luogo nel quale possiamo fare esperienza di misericordia, ricercandola ed esercitandola.
La presenza di Gesù nella nostra vita di sposi, l’amicizia, la confidenza con lui, ci da la certezza che continuamente il suo sguardo misericordioso è su di noi; comprendiamo che, nonostante la nostra famiglia non sia perfetta, lui non smette di amarci, anzi, ancor più lo fa perché riconosce le nostre debolezze, le nostre povertà umane e, proprio su quelle, continua a darci fiducia.
Nello stesso tempo, però, il Signore ci chiede di essere noi stessi annunciatori di misericordia a partire dalle nostre relazioni più prossime, dentro la nostra casa. L’orgoglio che non ci fa retrocedere di un millimetro, la presunzione di pensare che il nostro punto di vista sia sempre quello giusto, l’accusa delle mancanze dell’altro, tolgono spazio alla misericordia non permettono di rigenerare quella vita nuova di cui la famiglia ha bisogno per ricominciare.
Gesù, abbassandosi davanti l’adultera, ci invita ad abbassare i toni del nostro “io” per considerare, invece, il punto di vista di chi ci sta di fronte.
Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che, a Gesù, viene presentata una situazione oggettiva di peccato: una donna «sorpresa in flagrante adulterio». Egli, però, non si conforma ad una legge che dall’alto della sua umana autorità ha già deciso per la morte, Gesù si abbassa, scende nella miseria della vita di colei che è già stata condannata e riscrive una legge nuova dalla quale può essere attinta vita nuova.
Invochiamo anche oggi lo Spirito Santo perché, riconoscendoci noi per primi bisognosi di misericordia, il Signore Gesù ci conceda di avere, per il nostro coniuge, i nostri figli, il suo stesso sguardo, i suoi stessi sentimenti, per essere strumenti della sua misericordia, dalla quale sempre ri-partire, con la quale sempre ri-vivere.
Così sia.
VANGELO
Gv 8,1-11
Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo.
Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.