Riflessione sul Vangelo della I Domenica di Quaresima
di Rosa Maria e Giorgio Middione
La Parola del Vangelo di questa domenica è un importante stimolo per noi sposi, affinché possiamo profondamente vivere il nostro itinerario quaresimale.
La liturgia, nel brano del Vangelo di Luca, oggi ci presenta ciò che vive nostro Signore Gesù Cristo ritiratosi nel deserto per quaranta giorni, durante i quali, viene ripetutamente tentato dal diavolo.
Gesù rappresenta, ancora una volta, per noi un esempio da seguire ed imitare, insegnandoci che la tentazione non va eliminata e allontanata ma, attraversata. Egli attraversa il deserto e vive tale prova su di sé, e con la Sua umanità si avvicina a noi, alle nostre fragilità, alle nostre miserie, alle nostre lotte quotidiane .
Gesù, rivoluziona il concetto di deserto, che rappresenta un momento di Grazia, durante il quale fermarsi per maturare nella fede.
Il deserto diventa, dunque, luogo d’incontro con Dio, spazio intimo per fare silenzio, ascoltare la Sua Parola che parla al cuore. È solo allora che questa esperienza di apparente solitudine, si trasforma in un incontro determinante di nutrimento per la nostra vita.
Durante il “deserto”, il diavolo insidia Gesù con ben tre tentazioni, che riassumono le seduzioni con cui il maligno provoca l’essere umano di ogni tempo:
il pane, che rappresenta i bisogni primari di ognuno di noi; il regno, che rappresenta la vana gloria, la sete di potere e di ambizione; ed, infine, la tentazione più forte, quella della superbia che ci porta addirittura a sfidare Dio.
Gesù nel deserto resiste alle insidie del demonio che fa di tutto per fargli tradire Dio e la sua vera missione.
Anche noi coppie e famiglie subiamo tentazioni simili. Il diavolo, il divisore e menzognero, lancia continui attacchi contro le coppie per indebolire e distruggere l’istituzione della famiglia, la Chiesa domestica e futuro dell’umanità.
L’attacco alla coppia ha come principale obiettivo quello distoglierci dalla nostra vera e unica vocazione di sposi.
I momenti di deserto per una coppia possono essere i momenti di difficoltà, le incomprensioni, il sentirsi soli in due. La tentazione tocca i nostri desideri, anche se sono buoni, c’è la tentazione se prima c’è una scelta altrimenti non attecchirebbe. La nostra scelta è quella di essere coppia.
La nostra relazione di coppia viene spesso minacciata dalla tentazione che ognuno dei due sposi pensi prima a se stesso che all’altro dimenticandolo, tenda ad accumulare per sé o, peggio ancora, che guardi al proprio coniuge soltanto come oggetto o come “servo”. Non è facile essere fedeli al matrimonio cristiano, praticare la misericordia nella vita quotidiana, lasciare spazio alla preghiera e al silenzio interiore.
La tentazione di mettere da parte la propria fede è sempre presente e la conversione diventa una risposta a Dio che deve essere confermata più volte nella vita.
Sperimentare la tentazione è normale, esserne consapevoli è un buon segno, perché significa che già stiamo lottando, che possiamo scegliere se assecondarla o no; superarla è dono di Dio, è Grazia, ma anche scelta della libertà, atto di amore, risposta positiva al Signore. Ed è allora che questo itinerario di deserto diventa un percorso di comunione con il proprio coniuge e con Dio.
Nella prima tentazione, il Signore dovrebbe fare un miracolo a proprio vantaggio per ottenere un bisogno primario (il pane). Guardando alla nostra realtà di sposi di fronte alle mancanze, alle difficoltà, quotidiane tendiamo spesso a guardare più ai bisogni primari che a quelli spirituali.
La seduzione riguarda, anche, il possedere, tenere a sé, alle proprie esigenze, facendo “sparire” il proprio coniuge, dimenticandolo. Con il nostro egoismo potremmo cadere nella tentazione di sfruttare il nostro coniuge fino a divorare tutto di lui, dimenticando quanto, invece, sia importante l’accoglienza dell’altro e la condivisione di vita.
Nella seconda e terza tentazione, invece, il demonio sfida Dio cercando di sedurlo sul concetto di forza e di dominio sugli altri. Il potere diventa malvagio quando è assolutizzato, quando diventa un idolo. Gesù rifiuta questo idolo.
Nel mondo della famiglia spesso si verifica questa tentazione di dominare il coniuge con la forza o con i sentimenti ed esigere obbedienza e sottomissione in maniera più o meno palese ed in maniera più o meno consapevole. Comandare, decidere senza tenere conto del pensiero del coniuge, dimenticare il dialogo, il confronto, la fatica di camminare insieme. Il divisore spesso sollecita i coniugi a porsi in un atteggiamento di superiorità l’uno davanti all’altro, opprimendo e dominando. Gesù sottolinea, invece, quanto sia importante servire il coniuge con amore e tenerezza fino al dono della vita senza avere timore di amare gratuitamente e oltremisura così come Lui fa con noi, sempre.
Gesù risponde a ogni tentazione con l’arma vincente della Parola di Dio, citando le scritture.
È la parola fatta carne che vince su ogni cosa, perché una Parola accolta nella vita è capace di produrre frutto con perseveranza (cfr. Lc 8,15).
La Parola di Dio, allora, deve diventare anche per noi sposi la bussola, il navigatore che ci porta ad attraversare e vincere le insidie del male.
Attraverso la liturgia, Luca spiega come Gesù sia stato tentato nella sua divinità, e come nonostante la sua oggettiva fragilità umana abbia, comunque, sempre preferito affidarsi al progetto del Padre, anche quando si rivela umanamente difficile. Coloro che vogliono seguire Cristo, accolgono questa logica, poiché la salvezza pensata dal Padre si muove su orizzonti divini e non umani in cui anche noi coppie di sposi siamo chiamati a muoverci.
San Giuseppe, Maria e Gesù, imploriamo la vostra intercessione.
Aiutateci ad essere consapevoli degli attacchi pieni di astuzia del diavolo, a respingere le sue tentazioni e a promuovere tutto ciò che è puro, nobile e degno di Dio.
VANGELO
Lc 4,1-13
Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: ”Non di solo pane vivrà l’uomo””.
Il diavolo lo condusse in alto, e mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la dò a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me, tutto sarà tuo”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: ”Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai””.
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti: ”Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano”; e anche: ”Essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra””. Gesù gli rispose: “È stato detto: ”Non tenterai il Signore Dio tuo””.
Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.