Il Vangelo nella famiglia – 17 febbraio 2019


Riflessione sul Vangelo della VI Domenica del Tempo Ordinario 

di Ivana e Giovanni Granatelli

Carissime famiglie, questa domenica, la liturgia ci invita a meditare una delle pagine più belle del Vangelo: il discorso di Gesù sulle beatitudini.
Tutti possiamo identificarci in quella folla di discepoli in attesa di una vita diversa, nuova, migliore di quella che conduciamo, certi di poterla trovare in Gesù, la cui grazia sana tutti. Gesù non resta insensibile e non perde l’occasione, anche quest’oggi, per consegnarci un messaggio di speranza. Egli non sta parlando ad una élite di eroi ma al cuore di ciascuno di noi.

Il suo cuore si intenerisce e riversa su di noi la Sua misericordia, la Sua parola ci interroga e allo stesso tempo illumina il nostro cammino. Guai a noi, quando viviamo da ricchi ma in realtà siamo solo pieni di noi stessi, del nostro orgoglio, delle tante cose futili, effimere. Chi ha troppo, chi pensa di possedere tutto, chi pensa di bastare a se stesso, senza mai riconoscersi bisognoso di Dio, difficilmente attende un cambiamento radicale della propria esistenza e difficilmente si accorge del suo limitie e della sua debolezza. Dentro ciascuno di noi c’è quel ricco che spesso ci rende ciechi e ci impedisce di vedere con chiarezza, di riconoscere la nostra piccolezza di fronte alla grandezza di Dio, piuttosto preferisce rimanere ripiegato su se stesso. Ma Gesù ci dice: “beati voi poveri, manchevoli di tuttto e bisognosi, che alzando lo sguardo al cielo vi fate ricchi nel Signore”.
Il nostro unico vanto e la nostra unica ricchezza, il nostro tesoro è solo Cristo. Lasciamoci, questa domenica, impreziosire dalle tante virtù, dai tanti doni e carismi che lo Spirito Santo elargisce, perché anche noi, come per contagio, possiamo rendere preziosi e ricchi tutti i poveri che il Signore ci metterà accanto. Ma ancora il Vangelo ci mette in guardia: Guai a noi, che ora siamo sazi, perché spesso riempiamo il nostro ventre con le tante cose che il mondo ci propina per buone. Proprio come la mela di Adamo ed Eva, che era bella a vedersi e dolce a mangiarsi, ma conteneva un veleno di morte, allo stesso modo noi ci nutriamo di cose invitanti alla vista ma solo all’apparenza, perché nel segreto ci avvelenano l’anima. Il rimedio l’antidoto sta sempre in Dio e nella sua Parola.
Beati noi quando ci lasciamo nutrire dalla Sua Parola, che alle volte, inizialmente, può sembrare dura, amara ma quando raggiunge il nostro cuore, ecco sopraggiungere la pace, la luce, la verità. Beati noi quando ci nutriamo del corpo e sangue di Gesù perché già qui su questa terra assaporiamo il gusto della bontà del cielo. E ancora: Guai a noi che ora ridiamo, pensando solo al nostro bene, senza prenderci cura reciprocamente gli uni degli altri, non donando con generosità attenzioni, tempo e amore.

Nelle nostre relazioni più intime, quindi in casa nostra e in famiglia, spesso trascuriamo il rispetto, la stima, l’accoglienza, l’amore e la tenerezza, ciò provoca in tutti, indifferentemente, delle ferite che ci fanno soffrire. Allora, ecco che Gesù ci invita a compiere un atto di fede, a consegnare a lui la nostra situazione. Lasciamoci spogliare della veste del pianto, della tristezza e del dolore, perché Lui ha già pronta per noi una veste nuova, quella della consolazione, del perdono e della riconciliazione, la veste degli invitati a nozze, la veste della festa.

E, infine, guai a noi, quando il mondo dirà bene di noi, ci innalzerà, ci osannerà, facendoci sentire superiori agli altri; guai a noi, quando avremo avuto un’eccess considerazione di noi stessi a scapito di chi ci sta accanto; guai a noi quando ci saremo lasciati trastullare dalle adulazioni e dai compiacimenti, che fanno inorgoglire il cuore e ci allontanano da Dio e dai fratelli.

Chiediamo piuttosto allo Spirito Santo che ci mantenga sempre coi piedi per terra e ci faccia crescere nella semplicità e nell’umiltà. Grazie Signore perché a noi sposi e a noi famiglie hai voluto annunciare la salvezza, a noi hai voluto consegnare la buona notizia, per noi hai preparato il “Regno dei cieli”. Grazie perché ci consideri la parte migliore di Te, grazie perché ci stimi più di Te stesso a tal punto di averci donato tutto il Tuo Amore.
Amen alleluia!

 

VANGELO
Lc 6,17.20-26

Beati i poveri. Guai a voi, ricchi

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante.
C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidóne.
Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
“Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete, perché riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti”.