Il Vangelo nella famiglia – 23 dicembre 2018


Riflessione sul Vangelo della IV domenica di Avvento 

di Rosa Maria e Giorgio Middione

La parola che il Signore ci dona in questa quarta domenica d’Avvento, l’ultima prima del  Santo Natale, ci fa gustare un sentimento bellissimo: la gioia!

La gioia di due donne, entrambe in gravidanza, che si incontrano – impossibile la gravidanza di Elisabetta ed impossibile quella di Maria – e che sperimentano la potenza di Dio, che rende possibile l’impossibile.

La visita di Maria ad Elisabetta costituisce la prima presentazione di Gesù al mondo, “il Verbo che si fa carne per abitare in mezzo a noi” (cfr. Gv 1,14). Ella va a trovare la cugina per aiutarla, per renderle un servizio, sostenuta dall’amore che porta in grembo: il suo è un viaggio missionario.

Sull’esempio della nostra Madre celeste, anche la famiglia, piccola chiesa domestica, deve uscire da se stessa, dalla propria casa, dalle proprie sicurezze per diventare chiesa pellegrina.

Non possiamo tenere per noi il tesoro che abbiamo ricevuto ma, con rinnovato slancio missionario, siamo chiamati a portare ed annunciare Cristo nel mondo. Testimoniamo la presenza di Dio nella nostra vita quando siamo disposti all’incontro con l’altro, quando il nostro servizio diventa consolazione per coloro che siamo disposti a visitare e, così come accade tra Maria ed Elisabetta, Dio può essere riconosciuto anche senza essere visto.

Ogni famiglia, attende, anche senza saperlo, la visita di Gesù. Siamo tutti chiamati ad intraprendere questo viaggio verso l’altro anche con piccoli gesti damored’accoglienza, capaci di generare nuovi sussulti di gioia e di dire, con i fatti, che Dio si è fatto uomo per ognuno di noi, per stare in mezzo a noi.

Anche durante i momenti dificili, non dobbiamo venir meno alla missione che ci è stata affidata, quella di essere suoi testimoni, di essere quelle fiaccole accese nel mondo capaci di illuminare, con la sua luce, la vita di quanti incontreremo lungo il cammino, perché ogni cuore possa essere ricolmato del suo amore e sostenuto da suo Santo Spirito.

 

VANGELO
Lc 1,39-48

A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?

Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”
Allora Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”.