Il Vangelo nella Famiglia – 12 agosto 2018


Riflessione sul Vangelo della XIX domenica del tempo ordinario

di Maria e Sebastiano Fascetta

“Io sono il pane della vita”. In queste parole vi è il nucleo del Vangelo odierno, il cuore della vita cristiana, la forza profetica dell’avventura matrimoniale. Gesù, il Figlio di Dio, si fa “pane”, Corpo donato, Sangue versato, per amore e nella libertà, affinché, chiunque crede in Lui, abbia la vita e la vita in abbondanza. Il pane è segno di convivialità, di condivisione, di intima partecipazione. Spezzare il pane vuol dire farsi pane, stabilire una relazione profonda segnata dall’amore, entrare in comunione di vita. Mangiare insieme significa desiderare che l’altro viva un’esistenza piena in una continuità che supera il tempo e lo spazio: «Chi crede in me ha la vita eterna». L’amore è eterno. Tutto passa, ma l’amore rimane per sempre. Segno sacramentale dell’eterno amore di Dio per noi è l’Eucaristia, fondamento della vita matrimoniale oltre che cristiana ed ecclesiale. Cristo, infatti, dona il suo Corpo alla sua Chiesa Sposa, allo stesso modo i coniugi si amano donandosi totalmente, corporalmente, intimamente. Anche loro diventano “pane” l’uno per l’altro, condividendo tutto ciò che sono senza riserva alcuna. Il criterio per discernere l’amore autentico dalle sue mistificazioni e falsificazioni, non è il mero sentimentalismo, né tanto meno la ricerca del proprio piacere, benessere, o della propria serenità, ma il mettersi a servizio della vita dell’altro. Chi ama gioisce della felicità dell’altro/a. Domandiamoci: quali sono i segni di vita nelle nostre relazioni matrimoniali, familiari? Cosa, nel nostro modo di parlare, agire, pensare, guardare, comunicare accresce il sapore e la bellezza della vita di nostra moglie, di nostro marito, dei nostri figli? Ci sentiamo a casa nostra “vivi”? Ci sentiamo riconosciuti nella nostra unicità, aiutati a conseguire e sviluppare i desideri veri che danno senso al nostro essere in questo mondo? Sappiamo amare la vita così come si presenta, la realtà nelle sue forme opache e luminose? Vivere il matrimonio, rimanere fedeli al quotidiano, essere l’uno per l’altro, è via sicura sicura di umanizzazione che fa sbocciare l’uomo nuovo e la donna nuova che siamo chiamati ad essere. L’Eucarestia, nutrimento della nostra fede, diventa sempre più “pane di vita” negli atteggiamenti e comportamenti di ogni giorno, vissuti per amore e nella libertà. Cerchiamo nel quotidiano delle nostre famiglie l’essenziale (il pane), ciò che veramente favorisce la conoscenza reciproca, la capacità di elaborare le difficoltà, le incomprensioni, i limiti che ci caratterizzano, traendo forza e ispirazione dall’amore di Dio, che permea e rigenera, in virtù del sacramento del matrimonio, il nostro vivere in comunione.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 6,41-51

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».

Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».