RIFLESSIONE SUL VANGELO DELLA XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
di Filippa e Gino Passarello
Dopo la moltiplicazione dei pani, Gesù costringe i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva mentre Lui si ritira a pregare ma, per tutta la notte, la barca è agitata dalle acque ed essi hanno paura perché Gesù non è con loro.
Noi famiglie, come gli apostoli, navighiamo, spesso, nella notte, in mezzo alla tempesta, il vento contrario di una cultura edonista e individualista insidia continuamente la nostra vita ma c’è anche la fatica di camminare insieme e di accoglierci ogni giorno, delle aspettative deluse, della cura dei figli, della malattia che, qualche volta, bussa alla porta, del lavoro precario o che viene a mancare, fatica che mette a dura prova il nostro cammino. Non di rado temiamo di essere soli e ci lasciamo assalire dalla paura e dallo scoraggiamento. Ma Gesù non è lontano e prima che la notte finisca ci viene incontro e ci ripete: “Coraggio, sono io, non temete”, e ci invita, come fece con Pietro, a camminare sulle acque della fede. Egli è sempre con noi anche se non lo vediamo e veglia su di noi, conosce ogni nostro affanno e se non ci solleva dalla fatica del viaggio, ci incoraggia a non temere mai, qualunque cosa accada, perché “Se Dio è con noi- come afferma Paolo – chi sarà contro di noi?” .
Pietro cammina sulle acque fintanto che non fa spazio alla paura, solo allora comincia ad affondare e fa l’esperienza della sua fragilità. Gesù gli tende la mano e lo salva e, con dolcezza, lo rimprovera: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” Se distogliamo lo sguardo da Gesù la paura prende il sopravvento e rischiamo anche noi di affondare, per questo abbiamo bisogno di coltivare la preghiera insieme, di trovare ogni giorno un tempo di silenzio per stare con Lui, come Lui faceva con il Padre così che ogni gesto possa diventare preghiera e la nostra casa, sempre di più, luogo della presenza di Dio.
Vangelo
Comandami di venire verso di te sulle acque.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 14,22-33
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Parola del Signore.