RIFLESSIONE SUL VANGELO DELLA XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
di Soraya e Michele Solaro
Per la terza domenica consecutiva, la Liturgia della Parola ci propone la lettura del capitolo tredici del Vangelo di Matteo, nel cui contesto Gesù ci parla, con insistenza, del “Regno dei cieli”, della necessità di “ricercarlo”, di “riconoscerlo”, di “trovarlo”, di “accoglierlo”, di “custodirlo”.
La nostra esperienza di vita in famiglia è, in un certo senso, scandita da queste fasi. La casa è, infatti, il luogo dell’accoglienza, della condivisione, dell’incoraggiamento, nella misura in cui ciascun membro della famiglia contribuisce alla ricerca del bene.
Lo stare bene in famiglia, però, pur richiedendo l’impegno e il sacrificio di tutti, non dipende esclusivamente dalle nostre limitate capacità. Talvolta, nonostante la buona volontà, scambiamo il vero bene con surrogati di felicità, serenità, buone relazioni familiari, stabilità economica, senza, però, arrivare all’essenza da cui tutto dipende e scaturisce.
Nella prima Lettura, Salomone, chiede il dono della Sapienza, ovvero «un cuore docile» affinché potesse «distinguere il bene dal male»; gli fa eco il salmista: «Bene per me è la legge della tua bocca, più di mille pezzi d’oro e d’argento» (Sal 118).
Alla luce della Parola di Dio, la famiglia ha l’opportunità di comprendere che Gesù stesso è la porta del Regno, anzi, Lui stesso è il Regno, è Sapienza incarnata, la fonte di ogni bene, il tesoro nascosto che tutti gli uomini desiderano. Solamente crescendo nell’amicizia con la “Sua Persona”, possiamo, sin da quaggiù, essere partecipi del Regno dei cieli, del Regno di Dio, solamente coinvolgendo Gesù in ogni avvenimento della nostra vita familiare, invocando il Suo Spirito, partecipiamo anche noi della sua regalità.
C’è, però, un passaggio ancora che il Signore ci chiede: per accogliere in pienezza il Regno di Dio dobbiamo presentarci poveri, dobbiamo essere disposti a lasciare tutto. Ostentare sicurezza per quanto abbiamo, per quanto conosciamo, per quanto facciamo, può precludere la via al bene, perché il bene, per essere tale, è anche giusto e solo la Sapienza divina lo è.
Lasciamo, dunque, che l’orizzonte dell’eternità entri nella nostra casa, lasciamoci condurre da Gesù Sposo verso le altezze nuove, inesplorate, del Regno, lasciamo che la “vita mistica”, a cui ogni coppia di sposi è chiamata, fatta di confidenza, di amicizia, di intimità con Lui ci risollevi dalle fatiche, e nulla più potrà turbarci; avremo capito allora che la “perla preziosa”, capace di cambiare la nostra vita, è proprio lui e nessun altro.
Vangelo
Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,44-52
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Parola del Signore.