Riflessione sul Vangelo della Domenica di Pasqua
di Maria e Sebastiano Fascetta
La Pasqua segna un nuovo inizio all’interno del vissuto matrimoniale, familiare, relazionale. Un significativo passaggio dalla morte alla vita, da relazioni infeconde perché segnate dall’egoismo e paura della diversità, a relazioni nuove rigenerate dal perdono. Il buio dei rancori, dei risentimenti, delle ripicche, delle incomprensioni è illuminato dalla luce del Risorto. La pietra delle proprie durezze è tolta dalla mano forte e misericordiosa di Dio, che crea nuovi orizzonti di ascolto reciproco, di sincera riconciliazione. Se prima si faticava a camminare insieme, adesso, attraversati dalle energie del Risorto, si corre insieme, si avanza nell’amore.
Marito e moglie non guardiamo più il sepolcro, simbolo di una memoria legata al passato, ma ci chiniamo gli uni gli altri per vedere insieme l’invisibile presenza del Signore, che mette ordine alla nostra vita. Non tutto è chiaro nella nostra esperienza di fede e nella nostra avventura matrimoniale, come non tutto fu chiaro per i discepoli i quali “non avevano ancora compreso la Scrittura”, ma una convinzione nuova sgorga dal cuore: Cristo è presente nella nostra casa, nella nostra vita matrimoniale, nelle nostre ferite e nelle nostre speranze. In Lui e con Lui, anche noi siamo risorti, ora e adesso, perché spinti dal Vivente ad amarci sempre più e sempre meglio. Risorgere significa sbocciare a vita nuova; gioire del dono dell’altro; desiderare il bene dell’altro; operare per il bene dell’altro. Se la resurrezione non accade ora e adesso, non avverrà neanche dopo. Se non amiamo ora e adesso, difficilmente riconosceremo l’amore pieno. Viviamo questa Pasqua, come nuovo inizio, lasciamo che “i morti seppelliscano i loro morti”, che il passato non ci blocchi nei sepolcri dei nostri rancori, sensi di colpa, ma corriamo, leggeri e fiduciosi, sospinti dallo Spirito.
Vangelo
Egli doveva risuscitare dai morti.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Parola del Signore.