Il Vangelo nella famiglia – 20 marzo 2022


Riflessione sul Vangelo della domenica

di Magdalena e Carlos Altamirano


Il brano evangelico di questa domenica sottolinea il tema fondamentale di questo tempo forte di Quaresima: l’invito alla conversione. Convertirsi non vuol dire reprimersi, significa piuttosto dilatare la nostra mente e il nostro cuore, per poter accogliere Dio, con la sua immensità, per lasciarci amare da Lui, per godere di tutti i suoi doni e scoprire la bellezza della nostra missione, come persone e come famiglie, una missione che ci permette una vita piena e felice.

Con la sua risposta, Gesù chiarisce che Egli è la Misericordia, che non vuole punire, che il male non è morire in questa terra, ma morire nella vita eterna. Il male più grande è non vivere pienamente, con una pienezza che possiamo raggiungere solo in Dio, poiché Egli è la fonte vitale di ogni essere, come manifesta il suo stesso nome: «Io-Sono».

Gesù ha a cuore il nostro benessere e la nostra felicità e sa che la vita piena si può realizzare solo se ci innestiamo in Lui e lo lasciamo entrare in noi, per essere canali della sua grazia, per portare frutti come l’amore, la compassione e la pace. Se non lo facciamo, se ci chiudiamo a Lui, siamo come l’albero sterile e infruttuoso che quel padrone avrebbe voluto tagliare, siamo incapaci di fare il bene e di amare.

Per fortuna, Dio ci mostra la sua misericordia e la sua pazienza, e accetta anche di zappare e mettere il concime su quell’albero di fichi che non porta frutto. Ci dà l’opportunità di cambiare, di dilatare le nostre menti e i nostri cuori per lasciarlo entrare e quindi essere in grado di compiere la nostra bellissima missione di essere trasmettitori del suo amore. Dio ci dà il tempo e i mezzi per questa conversione, ma contemporaneamente ci invita a non perdere l’occasione. «La dilazione implorata e concessa in attesa che l’albero finalmente fruttifichi, indica anche l’urgenza della conversione» (Papa Francesco, Angelus, 24 marzo 2019).

Nella prima lettura, il roveto ardente che non si consuma ci ricorda che Dio non ci fa concorrenza, che può essere al nostro fianco, nella nostra vita, senza sminuirci, anzi, donandoci più vita, alimentando il nostro essere. D’altra parte, manifestando il suo nome a Mosè, Dio non solo si mostra come donatore dell’essere, ma si rende anche accessibile a noi permettendoci di stabilire una relazione con Lui. Accogliamo questa opportunità.

Approfittiamo dell’occasione per convertirci, aprendo la nostra mente e scoprire la grandezza del disegno di Dio, perché la sua grazia renda feconda la vita familiare. Impariamo da Lui. Possiamo essere anche noi coloro che zappano e concimano attorno agli alberi dei nostri cari. Possiamo essere pazienti per non rinunciare a nessun membro della famiglia, anche se per ora porta poco o nessun frutto. Convertiamoci e collaboriamo alla conversione degli altri. Non perdiamo l’occasione che ci offre questa bellissima missione.

Vangelo

Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 13,1-9
 
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Parola del Signore.