Il Vangelo nella famiglia – 31 ottobre 2021


Riflessione sul Vangelo della domenica

di Rosa Maria e Giorgio Middione

L’evangelista Marco presenta, in questa domenica, il dialogo tra Gesù e un dottore della legge che lo interroga chiedendogli: “qual è il primo tra tutti i comandamenti?”.

Alla domanda dello scriba, Gesù, ancor prima di rispondere, compie una breve esortazione richiamando innanzitutto all’ascolto. Con le parole “Ascolta Israele” ci invita a tacere, ad aprire il nostro cuore per comprendere ed accogliere la sua preziosa ed illuminante Parola, ma ciò può avvenire solo dopo esserci pienamente svuotati per fare spazio a Dio ed ai suoi insegnamenti.

Questo brano biblico è un dolce e chiaro invito all’amore che si esprime su due strade: verso Dio e verso il prossimo.

Il primo comandamento ci esorta, a guardare in alto verso Dio, mentre il secondo ci invita a guardare accanto a noi il nostro prossimo più vicino. Due sentieri della vita che, se vissuti insieme, sono la vera forza di ogni credente cristiano; due precetti che si uniscono in modo che diventino un unico comandamento, che abbraccia e comprende tutti gli altri. Il testo enuncia: “Amerai”.

Gesù utilizza un verbo al futuro, come per dire che l’amore non ha un limite di tempo, una scadenza; Amerai, dunque, oggi, domani, in ogni luogo e tempo, fra un mese, un anno…, perchè questo e ciò che è importante… amare, amare, amare sopra ogni cosa, ed è questo il fulcro del messaggio evangelico, la nostra vocazione di cristiani.

Amare Dio con tutto il cuore, in modo totalizzante, senza misura cosicché questo amore possa dilatarsi, espandersi verso chi si trova accanto a me, che sia mio marito, moglie, figlio, amico, povero, fratello, nemico…, amare Dio e amare gli altri in un circolo virtuoso d’amore continuo, instancabile, eterno. Amando Dio con tutto me stesso sarò, allora capace, con la Sua Grazia, di amare gli “Altri”.

Gesù ha vissuto tutta la Sua esistenza amando fino alla morte e compiendo pienamente la volontà di Dio. Per noi è stato, e sempre sarà, un esempio di Amore concreto e noi, se vogliamo essere suoi discepoli, siamo chiamati allo stesso modo a donare amore nella vita di tutti i giorni. È l’amore il segno tangibile da cui si riconosceranno i cristiani, i discepoli di Gesù Cristo. «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli se avrete Amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). Se leggiamo il messaggio evangelico nella luce coniugale, il mio prossimo più vicino è proprio il mio coniuge, colui che cammina accanto a me e che dovrei amare e servire. 

Le difficoltà e le tribolazioni incontrate durante gli anni di matrimonio sono tante e non sempre siamo capaci di amare e perdonare. L’amore totalizzante a cui Dio ci chiama non è facile, umanamente impossibile.

Come posso amare, servire e rispettare il mio coniuge se prima non mi nutro dell’amore che Dio riversa su di me? 

La mia capacita di amare il mio coniuge dipende dalla mia capacita di accogliere l’Amore che Dio, fonte primaria d’Amore, nutre per me.

Se farò esperienza concreta viva dell’Amore che Cristo ha avuto ed ha per me, lasciandomi amare da Dio Padre, con la Sua Grazia potrò amarlo a mia volta e, conseguentemente, guardare al mio prossimo, al mio sposo/a con occhi e cuore diversi, i medesimi occhi ed il cuore con cui Dio mi dona la Sua misericordia e mi ama con tutto se stesso. 

Se mi nutro d’amore potrò, dunque, donarlo e la mia vita sponsale avrà un sapore diverso perché crescerà e diventerà ogni giorno più solida più forte, piena di gioia e vitalità.

Gli sposi sono, dunque, legati a Dio, fonte primaria d’Amore, e sono legati tra di loro. Il dialogo dei coniugi con Cristo necessita di essere costantemente nutrito ed alimentato, attraverso la preghiera personale e di coppia, accostandosi ai sacramenti, cibandosi del cibo Eucaristico e della Sua Parola, altrimenti la relazione sponsale se fondata esclusivamente sulla reciproca buona volontà e sul voluttuoso e instabile sentimento rischia di impoverirsi ed alle prime intemperie di crollare. 

Chiediamo con Fede, attraverso l’azione potente dello Spirito Santo, la Grazia di lasciarci amare da Dio per poterlo a nostra volta amare incondizionatamente e senza misura, ed essere capaci di riversare questo grande amore ricevuto sugli altri, diventando noi stessi dono d’Amore nelle nostre famiglie, nella nostra vita coniugale ed in tutti i contesti e situazioni che Dio vorrà.


VANGELO
Mc 12,28-34

Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.

✠ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore