Riflessione sul Vangelo della domenica
di Ivana e Giovanni Granatelli
Carissimi fratelli e sorelle, cari sposi e care famiglie amate dal Signore, siamo giunti alla VI domenica del tempo ordinario e la Liturgia della Parola oggi ci propone di riflettere sul nostro bisogno di salvezza. Gesù compie un miracolo, un prodigio, la guarigione di un lebbroso, che lo supplica e lo implora di sanarlo. La lebbra è una malattia terrificante, molto invalidante e pericolosa che, soprattutto in tempi passati, in diverse epoche e in diversi luoghi del mondo, colpiva uomini e donne, facendo molte vittime. I lebbrosi soffrivano molto nel corpo e nello spirito, venivano allontanati, erano completamente abbandonati a se stessi, emarginati e, a causa delle gravi menomazioni, erano costretti a nascondersi persino il volto, perdevano la loro identità e la dignità umana, erano considerati solamente impuri, peccatori, castigati da Dio e, nella maggior parte dei casi, morivano in solitudine e senza alcun conforto, non avevano alcuna speranza. Il lebbroso di cui parla il brano evangelico di oggi, disobbedendo alla Legge, si avvicina a Gesù, apre il suo cuore a Lui e Gli dice il suo bisogno. Con poche parole Gli consegna la sua sofferenza, la sua pena ma anche la sua speranza, Gli chiede di essere salvato da un’orrenda fine. E Gesù non solo si lascia avvicinare ma si ferma con lui, lo ascolta, si muove a compassione, lo tocca, cosa proibita dalla Legge, e lo esaudisce. Poi lo congeda e gli raccomanda di non dire niente a nessuno. Ma l’uomo non riesce a tacere, non riesce a trattenere la gioia di essere stato salvato, non riesce a trattenere tutta quella grazia dentro di sé e racconta la sua vicenda a tutti quelli che incontra. L’incontro con il Signore non guarisce solo il suo corpo ma porta beneficio a tutta la sua persona, a tutto il suo essere. La mano potente e misericordiosa di Gesù lo sana interamente. Gesù va oltre, perché per Lui la persona vale più della Legge. Le sue viscere di tenerezza e di misericordia si muovono a tal punto che lo guarisce, lo purifica, gli fa grazia e gli dona nuova vita…Quante volte anche noi sposi, noi famiglie sperimentiamo, sulla nostra pelle, la miseria di una lebbra, che si insinua attraverso il peccato, e attacca e colpisce senza pietà il nostro cuore, la nostra vita, le nostre relazioni! Quando si vive la separazione e la divisione, quando non si perdona, quando si fanno distinzioni e particolarità, quando si alzano muri, quando viene a mancare il dialogo, l’accoglienza, l’amore, la verità, la tenerezza, la fiducia, la fedeltà, anche nell’ambito familiare e comunitario, può accadere di trattare o di essere trattati come un lebbroso, da evitare, da scartare e buttare via. Quante lacrime! Quanta sofferenza! Quante delusioni! Ecco che un passo del Vangelo ci ricorda il fatto che Gesù non è venuto per i sani ma per i malati. Carissimi, tutti portiamo nella nostra storia i segni, più o meno evidenti, di una lebbra spirituale che ci fa star male, e con sincerità ed umiltà dobbiamo riconoscere che nessuno può salvarsi da solo. Tutti abbiamo bisogno di ricorrere a Gesù, di essere toccati e guariti nel profondo da Lui. Il Suo amore gratuito e immeritato non ci giudica, non si indigna, non ci allontana dalla sua vista, non ci rimprovera, ma ci ama per quello che siamo e nella situazione in cui ci troviamo, il Suo amore ci salva e ci fa letteralmente nuovi. Così come Gesù legge la sofferenza del cuore del lebbroso ma ne vede anche la fede, altrettanto fa con tutti coloro che si rivolgono a Lui e confidano in Lui. Carissimi, anche per noi, oggi è giorno di grazia. Invochiamo il vero Medico delle anime, lo Spirito Santo, perché ci curi con il Suo rimedio efficace, con il Suo unguento profumato, il Suo balsamo d’amore. “Gesù, se Tu vuoi, puoi guarirci… noi lo vogliamo”. E una volta guariti e salvati da Gesù, diventiamo anche noi “Guaritori”. Gesù ci esorta: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Dunque, col cuore colmo di gratitudine, di carità e di gioia, anche noi avviciniamoci, fermiamoci, tocchiamo, guardiamo, ascoltiamo, doniamo, muoviamoci a compassione e amiamo coloro che hanno bisogno di aiuto, come Gesù Maestro ci ha insegnato e portiamo nel mondo la buona notizia che la salvezza è per tutti e che si muove ed agisce anche attraverso di noi, la salvezza è una persona vera che vive in noi, ha un volto e un nome, la salvezza è GESÙ CRISTO SIGNORE. Amen Alleluia.
VANGELO
Mc 1,40-45
La lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.
Parola del Signore