Riflessione sul Vangelo della Domenica
di Maria e Sebastiano Fascetta
Il Vangelo di questa domenica è un invito alla radicalità della sequela come battezzati e come sposi. Non è esagerato affermare che la vita matrimoniale è espressione sacramentale del rinnegare se stessi, perdere la propria vita egoica e prendere la croce, cioè “amare alla divina”. Cos’è la croce all’interno della vita matrimoniale? Non è ovviamente la sofferenza, la malattia… ma la disponibilità a fare in ogni situazione, soprattutto nei momenti di crisi, d’incomprensione, di ligitio… una occasione per continuare ad amare nonostante tutto, per non cedere all’ira e al rancore. La croce in famiglia è la volontà di perdonare, di chiede “permesso, scusa, grazie”, di immettere nel quotidiano gesti di gentilezza, attenzione, cura, pazienza. Pietro è scandalizzato dalle parole di Gesù perché non concepisce il limite, la debolezza, l’impotenza… non concepisce un Messia debole, sofferente, crocifisso. Anche in famiglia a volte ci si scandalizza dei limiti, dei difetti, delle differenze caratteriali… La sequela di Gesù ci educa ad amare non tanto o soltanto le virtù di nostra moglie o di nostro marito, ma anche i vizi, i limiti, le debolezze, quei modi che più ci infastidiscono. Amare significa perdere, cioè abbandonare ogni logica di possesso, predominio dell’uno sull’altro. Significa non forzare i tempi dell’altro per lasciare che il bene e il bello emergano a tempo opportuno, accogliendo la volontà di bene che Dio desidera per ognuno.
Non fu la croce la volontà di Dio per suo Figlio Gesù, ma l’amore incondizionato sino alla morte. Dio non manda “croci” a nessuno. Quando capita qualcosa di doloroso in famiglia non dobbiamo ricercare in Dio o in un progetto a noi sconosciuto la causa di ciò, semmai dobbiamo chiedere a Dio la forza dello Spirito per attraversare anche il male, per essere e rimanere uniti nell’amore e lieti nella speranza. Rinnoviamo, come sposi, come famiglia, il nostro “Si” al Signore. Rinnoviamo le nostre promesse matrimoniali, attingendo forza da Gesù crocifisso e Risorto.
Buona domenica.
VANGELO
Mt 16,21-27
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».
Parola del Signore