Il Vangelo nella famiglia – 12 aprile 2020


Riflessione sul Vangelo della domenica di Pasqua

di Ermelinda e Franco Cidonelli

La Liturgia di Pasqua ci fa ripetere col Salmo: Questo è il giorno fatto dal Signore rallegriamoci ed esultiamo.

Rallegriamoci, esultiamo, facciamo festa  per Gesù e con Gesù.

È l’invito, per ogni famiglia, a lasciare passare Gesù, perché come dice un canto, quando passa tutto si trasforma…

Non fermiamoci al Venerdì santo, a contemplare cioè la Croce (la nostra sofferenza) perché come dice don Tonino Bello, essa è sempre collocazione provvisoria, è antenna che attira la Misericordia di Dio; non fermiamoci al Sabato santo, cioè all’attesa, al silenzio, alla solitudine delle nostre case vuote di amici e di familiari costretti a stare lontani.

Questo è il giorno fatto dal Signore: Cristo nostra Pasqua risorge, passa ancora e ci libera ancora dai nostri persecutori. Facciamoci condurre dall’Amore, invochiamolo, cerchiamolo, ed anche noi lo troveremo vivo nelle nostre case, nei nostri cuori, pronto a ridarci forza, speranza, gioia, vita nuova, scopriremo che Lui non è più nel sepolcro e vuole condurre  anche noi fuori dal nostro sepolcro, per vivere la vita nuova che Lui ci ha acquistato. Si, perché Dio che ci ha creati, ha il potere di ricrearci e non più dal fango, ma dal sangue e dall’acqua usciti dal costato di Cristo, per farci vivere come figli non più nel chiuso del nostro eden (la nostra famiglia, la nostra comunità) ma immersi nel mondo di tenebre e di  insipidezze che ci circonda per essere sale e luce.

Dal Vangelo di Pasqua vogliamo cogliere tre aspetti per vivere la vita nuova: lo stupore, la gioia, l’annuncio.

Lo stupore della tomba vuota è lo stupore di vedere come Dio agisce là dove pensavamo non c’era nulla da fare, e sa trasformare difficoltà in solidarietà, sofferenza in consolazione, male in bene, e ci sorprende tirando fuori il bello è il buono che c’è in ognuno, rendendoci capaci di gesti di autentico amore, che non pensavamo di potere compiere.

La gioia per un Dio che non muore, che è con noi, resta con noi, cammina con noi, anche quando non possiamo uscire per andare in chiesa, e con la sua Parola, presenza viva nelle nostre case, ci sostiene e ci insegna a farci prossimo verso il coniuge e con i nostri figli.

Lo stupore, la gioia di avere incontrato il Cristo vivo e risorto nella nostra casa faccia correre anche noi, come le donne e i discepoli di Emmaus, per comunicare a tutti il lieto annuncio: Cristo ha vinto la morte, ogni morte, la nostra morte, Cristo è veramente risorto, cammina con noi, rimane con noi e niente ci può separare dal suo Amore.

Da risorti viviamo con gioia annunciando con la vita che Cristo è veramente Risorto  Alleluia!

 

VANGELO
Gv 20,1-9

Egli doveva risuscitare dai morti.

Dal Vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.