Il Vangelo nella famiglia – 9 dicembre 2018


Riflessione sul Vangelo della II domenica di Avvento 

di Maria e Sebastiano Fascetta

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio.” Il ministero di Giovanni il Battista è quello di preparare un popolo ben disposto in vista della venuta del Messia. Egli agisce per attivare, attraverso la predicazione, processi di conversione, di trasformazione del cuore, di cambiamento del modo di vedere così da riconoscere l’Avvento di Dio nella storia, il suo passaggio misericordioso e salvifico. Si tratta, infatti, di “vedere” l’invisibile che si fa carne nei piccoli gesti d’amore. La vita matrimoniale, l’ambiente familiare, sono “luoghi dello Spirito” dove è possibile vedere e sperimentare la salvezza. Dio ci raggiunge e dimora nelle relazioni umane. La salvezza entra nelle nostre case, all’interno delle nostre storie, lacerazioni, fallimenti, attese. Non si tratta di essere esenti dal peccare o dal soffrire, ma di saper riconoscere nel peccato e nella sofferenza l’azione di Dio che riempie “ogni burrone” e abbassa “ogni monte e ogni colle”. Le “vie tortuose” delle nostre esistenze sono spianate dall’agire preveniente e sconvolgente di Dio. Nel “deserto” della nostra quotidianità nasce un germoglio, fiorisce la vita. Non c’è zona profana della nostra esistenza che non sia abitata dalla Grazia. L’atteggiamento per “vedere la salvezza” è l’ascolto: “Voce di uno che grida…”. Vede chi ascolta. Ogni vero ascolto di Dio è anche vero ascolto di sé e degli altri. La salvezza perviene alle nostre vite attraverso lo sguardo amante, la parola ispirata, la carezza delicata, il silenzio eloquente, l’abbraccio confidente di nostra moglie, di nostro marito, dei nostri figli, ogni qualvolta sappiamo creare spazi di ascolto reciproco. L’ascolto è terapeutico, guarisce l’amore, risveglia il desiderio, libera dalle false immagini che ci costruiamo dei nostri cari, degli altri. Vivere l’Avvento significa recuperare un sano rapporto col tempo sviluppando la dimensione dell’ascolto, poiché “nella conversione e nella calma” sta la nostra salvezza (cf Is 30,15). Diamoci del tempo come marito, moglie, genitori, per ritrovare modalità di ascolto, di ritrovata attenzione ai piccoli particolari, ai gesti del corpo, all’emozioni, alle sensazioni, agli affetti, così da saper riconoscere i segni luminosi dell’agire salvifico di Dio negli interstizi esistenziali, rimanendo sempre saldi nell’amore e lieti nella speranza.

 

Lc 3,1-6

Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

Dal Vangelo secondo Luca
Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:
“Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sia riempito,
ogni monte e ogni colle sia abbassato;
i passi tortuosi siano diritti;
i luoghi impervi spianati.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”.