Riflessione sul Vangelo della I domenica di Avvento
di Soraya e Michele Solaro
La Parola del Signore, proclamata in tutta la Chiesa in questa prima domenica di Avvento, appare dura, severa, a tratti enigmatica, incomprensibile, scoraggiante. La narrazione “catastrofica” – da panico diremmo oggi – descrive bene lo sconvolgimento dell’animo umano quando, colto di sorpresa, si accorge di essere “impreparato” a ricevere il Signore che irrompe nella storia per liberare, salvare, ogni uomo. Gesù è già in mezzo a noi, è venuto ma continua a venire, per questo dobbiamo essere grati al Padre attendendolo e accogliendo.
Nella distanza tra il nostro agire e la volontà di Dio possiamo, per certi versi, intravedere la radice di tutte le ansie, le paure, le preoccupazioni e le frustrazioni che zavorrano il cuore dell’uomo. L’esperienza della vita comunitaria, qual è quella familiare, è talvolta segnata da momenti di tribolazione, di affanno, di incomprensione, di sofferenza, che possono, di fatto, avere il sopravvento sulle relazioni tra gli stessi membri di una famiglia. La volontà di Dio non è certamente quella di farci vivere nell’angoscia, nel terrore, nell’incertezza dell’ignoto, ma è quella di renderci partecipi della Sua volontà attraverso la presenza costante, fedele, amichevole, consolante, misericordiosa, dello Spirito Santo, per vivere liberi, distaccati, dalle nostre certezze terrene, dalla provvisorietà di questo mondo e desiderare, invece, le “promesse di bene che Dio ci ha fatto” (Cf. Ger 33,14-16). L’invito che ci viene rivolto è quello di prepararci all’accoglienza di Gesù facendogli posto nelle nostre case, dilatando i cuori, per crescere nello stupore della fede, che ci fa esclamare con il salmista: «Tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia» (Sal 24); osare nell’annuncio coraggioso della speranza, capace di oltrepassare i “recinti” abitudinari della nostra quotidianità domestica, per seguire le Sue vie; condividere l’abbondanza del Suo amore che rigenera ogni esistenza a vita nuova.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 21,25-28.34-36
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.
Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.