Riflessione sul Vangelo della XX domenica del tempo ordinario
di Lina e Dino Cristadoro
Nel Vangelo di questa domenica Gesù dichiara alla folla che Lui è il pane vivo disceso dal cielo. Il verbo che risalta nella lettura di questo brano di Vangelo è «mangiare». Si comprende che mangiare è essenziale per la nostra vita, per la nostra sopravvivenza, il mangiare è una questione di vita o di morte. Se non si mangia non si può vivere.
Perché questa sua insistenza sulla necessità del pane?Perché il pane è semplice, quotidiano e vitale. Mangiare è questione di vita o di morte. Dio è essenziale, fuori di Lui non c’è vita.
Mangiare è credere, Gesù dunque si allaccia a un aspetto cruciale della vita, Egli annuncia se stesso come il vero pane disceso dal cielo, il solo pane in grado di poter dare la vera vita, cioè la vita eterna. Mangiare Gesù è già un anticipo di eternità.
Gesù vuole diventare il pane delle nostre famiglie, della nostra coppia, per dare nutrimento, forza e sostegno alle nostre relazioni. Il suo restare con noi ci fa diventare una cosa sola con Lui, Egli desidera comunicarci la sua vitalità, farci “gustare” il suo amore, entrare nella nostra intimità affinchè, nutriti della sua carne, possiamo entrare nel cuore stesso del mistero nuziale, in quel mistero dal quale, come coppia siamo generati.
l’Eucaristia nutre il cuore degli sposi chiamati a «custodire rivelare comunicare l’amore quale riflesso dell’amore di Dio per l’umanità e dell’amore di Cristo per la Chiesa» (F.C.).
Come ci ricorda anche san Leone Magno: «Partecipare al corpo e al sangue di Cristo non tende ad altro che a trasformarci in quello che riceviamo».
Nelle nostre famiglie Gesù viene riconosciuto e mangiato davvero come pane della vita? Domandiamoci: noi di che cosa ci nutriamo? Di che cosa alimentiamo cuore e pensieri? Mostriamo la bellezza di una vita familiare caratterizzata dalla generosità, dall’accoglienza, dal dialogo, da rapporti veri e profondi? O stiamo, piuttosto, alimentandoci di egoismo, chiusure e relazioni frettolose e superficiali? Nel nostro matrimonio, abbiamo la consapevolezza di poter diventare ciò che riceviamo: il corpo di Cristo?
Come famiglie cristiane, siamo chiamati a vivere, nell’umanità di ciascuno, la vita divina nelle nostre case, a vivere l’amore e gustarne la pienezza, ad esistere l’uno per l’altro nella reciproca dedizione, nella reciproca cura, la stessa che Gesù ha per ciascuno di noi. Per questo Dio, il pane disceso dal cielo, si è vestito d’umanità, al punto che l’umanità intera è diventata la carne di Dio.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 6,51-58
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».