(Schema della relazione dettata da Sebastiano Fascetta nel corso della “Tre Giorni delle Famiglie” organizzata da RnS – Sicilia, Enna 19-21 gennaio 2018)
La preghiera è dono di Dio
La preghiera è il tempo che Dio ci dedica, è il tocco di Dio che raggiunge il nostro cuore e ci invita a stare con lui, con umiltà e semplicità, come famiglia. È Lui che esce da sé, come il padre misericordioso narrato dall’evangelista Luca (cfr Lc 15,20), in un compassionevole dinamismo e ardente desiderio di stare con noi. La nostra preghiera è sempre una risposta al desiderio che Dio ha di noi. Noi abbiamo sete della sete di Dio (cfr Sal 62,2-3; Is 12,3; Is 55,1; Gv 7,37).
«[…] La famiglia è chiamata a condividere la preghiera quotidiana, la lettura della Parola di Dio e la comunione eucaristica per far crescere l’amore e convertirsi sempre più in tempio dove abita lo Spirito […].
Si possono trovare alcuni minuti ogni giorno per stare uniti davanti al Signore vivo, dirgli le cose che preoccupano, pregare per i bisogni famigliari, pregare per qualcuno che sta passando un momento difficile, chiedergli aiuto per amare, rendergli grazie per la vita e le cose buone, chiedere alla Vergine di proteggerci con il suo manto di madre. […]» (Amoris laetitia n. 29; 318).
«Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: “Sorella, alzati! Preghiamo e domandiamo al Signore che ci dia grazia e salvezza”. Essa si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: “Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli! Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: non è cosa buona che l’uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui. Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine d’intenzione. Degnati di aver misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia”. E dissero insieme: “Amen, amen!” (Tob 8,4-8).
La preghiera è dono del nostro tempo a Dio
Per pregare bisogno volerlo, desiderarlo, scegliendo un tempo preciso, un appuntamento vitale, da veri innamorati del Signore. Dare tempo a Dio, ricevere tempo da Dio, significa imparare a gestire il tempo per presentarsi come coppia davanti a Lui, godendo della sua presenza. Mettere ordine al nostro tempo, disciplinarlo, per offrire brevi ma intensi momenti nella fede a Colui che tutto ci dona attraverso lo Spirito Santo. Quando ci predisponiamo, come coppia, alla preghiera la “Salvezza” entra nella nostra casa; prendiamo coscienza della presenza di Cristo Sposo nostro Salvatore (cfr 2Cor 6,1; Is 49,8; Lc 19,9).
La preghiera è invocazione
Nessuno può dire che Gesù è il Signore se non per mezzo dello Spirito (cfr 1Cor 12,1). Nessuno può dire Padre nostro se non per mezzo dello Spirito… ogni preghiera rivolta a Dio è possibile solo per mezzo dello Spirito Santo (cfr Rm 8,26 ss). Lo Spirito è la preghiera in noi sin dal Battesimo. Noi siamo in stato di preghiera. Si tratta di prenderne coscienza e lasciare che la preghiera dello Spirito emerga in noi. Invocare lo Spirito Santo significa prendere coscienza della sua presenza in noi, abbandonarsi a Lui, assecondarne i suoi desideri.
L’unica condizione per invocare lo Spirito Santo è desiderarlo (cfr Lc 11,13), con perseverante attesa e cuore riconciliato (cfr. At 1,14; Mc 5,23).
La preghiera è ascolto
Lo Spirito Santo ci introduce alla preghiera attraverso l’ascolto umile e attento, come la Vergine Maria (cfr Lc 2,19), alla Parola di Dio, al Verbo fatto carne (cfr Gv 1,14). Egli, infatti, ci ricorda tutto ciò che Gesù ha detto (cfr Gv 13,16), ci aiuta a comprenderne il significato delle parole di vita contenute nella Sacra Scrittura. La Parola ascoltata nello Spirito trafigge i nostri cuori (cfr At 2,37), li riscalda (cfr Lc 24,32; Eb 4,12) e rinvigorisce, determinando processi esistenziali di trasformazione.
Ascolta chi fa spazio in sé all’altro da sé; chi si dispone in silenzio all’incontro con Dio; chi fa vuoto dentro di sé; chi non è occluso dai rumori assordanti dei propri pregiudizi, dalle parole sconnesse delle proprie presunzioni, dalla ricerca angosciante delle proprie sicurezze.
«Parla Signore perché il tuo servo ti ascolta» (1Sam 3,9);
«Quando le tue parole mi vennero incontro le divorai con avidità» (Ger 15,16);
«Da chi andremo Tu solo hai parola di vita eterna» (Gv 6,67);
«Beati coloro che ascoltano e la mettono in pratica» (Lc 8,21).
Pregare per…
- Sentirci famiglia di Dio, per sentirci nel cuore di Dio, amati, perdonati, sanati, fortificati, consolati (cfr Fil 4,4ss);
- Scoprire la perla preziosa del nostro essere marito e moglie, nel vincolo mistico dell’amore divino (cfr Ef 4,3);
- Stare, umilmente e discretamente, l’uno nell’altro, uniti dallo Spirito, davanti a Gesù Sposo e godere della sua amorevole presenza (cfr Sal 131);
- Adeguarci al passo l’uno dell’altro – come sposi – e insieme camminare al passo dello Spirito (cfr Ef 5,16 ss);
- Portare la nostra vita, le nostre gioie, i nostri dolori, preoccupazioni e ansie davanti a Dio con fiducia in attesa di ascoltare la sua voce e aderire alla sua volontà (cfr 1Pt 5,7; Sal 55,23; Mt 6,25 ss);
- Riconoscerci figli amati gratuitamente, amati nei nostri fallimenti, amati nonostante il nostro peccato (cfr Rm 5,8);
- Ritrovare in Dio la motivazione feconda e originaria del nostro amore, del nostro essere a sua immagine e somiglianza nell’unità della nostra carne (cfr Mc 16,6; Gen 1,27; 2,24);
- Accogliere il dono delicato e potente dello Spirito Santo e vincere con Lui ogni forma di paura, in particolare quella di amare e lasciarci amare (cfr Rm 8,15 ss; 2Tm 1,7);
- Cambiare vita, per cambiare prospettiva e imparare a guardarci come sposi, a guardarci come famiglia, secondo la prospettiva misericordiosa e luminosa del Vangelo (cfr Mt 9,13);
- Imparare a mitigare le nostro pulsioni egoistiche ed egocentriche (cfr Mt 11,27);
- Imparare ad amare i nostri difetti e quelli del nostro coniuge (cfr Col 3,13);
- Imparare a pensare, agire, vivere come Gesù Sposo (cfr 1Cor 2,16);
- Affidare i nostri figli in ogni situazione e circostanze (cfr Nm 6,24-26);
- Professare la nostra fede in Dio (cfr Rm 10,9-10);
- Vivere nel mondo senza appartenere alla logica mondo (cfr Gv 15,18-19);
- Desiderare i desideri dello Spirito (cfr Gal 5,16-17);
- Imparare l’arte dell’ascolto della Parola di Dio e dell’ascolto in famiglia (cfr Gc 1,22 ss; Mc 4,24; Lc 8,18);
- Imparare un nuovo rapporto con il tempo, nel segno della lentezza e dell’armonia (cfr Lam 3,26-28; Is 30,15);
- Imparare ad amare i tempi del nostro coniuge, dei nostri figli (cfr At 1,7; Mc 4,26-29; Qo 3,1ss);
- Imparare l’arte del discernimento (cfr Rm 12,1-2);
- Non permettere al risentimento di prendere il sopravvento, per non permettere che l’ira tramonti sul nostro capo (cfr Rm 13,17-21);
- Imparare l’arte del dire “permesso”, “grazie”, “scusa”;
- Imparare la gioia della carità (cfr 1Cor 13,1 ss);
- Imparare l’arte del silenzio alla presenza di Dio (cfr Sal 65,1; Zc 2,17; Ab 2,20; Ap 8,1).
(Per un ulteriore approfondimento leggere: l’esortazione apostolica di Papa Francesco, Amoris laetitia dal n. 8 al n.30; dal n.71 al n.75; n. 321)
PREGHIERA
Spirito Santo, unità perfetta,
canto del cuore di Dio,
offerta d’amore per l’umanità,
scendi e ravviva
l’unicità della nostra carne
per diventare ogni giorno
un solo corpo e un’anima sola.
Vieni, Sposo celeste:
la tua rugiada bagni la terra
arida dei nostri cuori,
perché germogli il seme buono
del tuo amore
nel quotidiano vivere in comunione.
Vieni Spirito d’amore,
fai della nostra casa
la tua dimora,
perché possiamo gustare in ogni gesto e parola,
la tenerezza sovrabbondante
della tua presenza liberante.
Vieni Spirito Santo, donaci:
occhi nuovi per guardarci
parole buone per edificarci
orecchie attenti per ascoltarci
mani delicate per accarezzarci
cuore umile per amarci.
Maria e Sebastiano Fascetta